Vasco Rossi a Sanremo: la storia delle partecipazioni al Festival del rocker di Zocca.
Incredibile ma vero, il rocker più amato nella storia della musica italiana, Vasco Rossi, ha sempre avuto un rapporto difficile con la manifestazione musicale più famosa d’Italia, il Festival di Sanremo. Incredibile, ma fino a un certo punto. Si sa che la kermesse ligure è da sempre più vicina a un certo standard nazional-popolare che si rifugia nelle certezze del politically correct. E di certo il Blasco, specie quello d’inizio carriera, era tutto meno che un personaggio comodo e facilmente gestibile. Andiamo a ripercorrere tutte le controverse partecipazioni del cantautore emiliano al Festival: da quelle come concorrente a quelle come autore.
Vasco Rossi a Sanremo come concorrente
La prima volta del rocker sul palco dell’Ariston risale al lontano 1982. L’artista aveva già alle spalle la pubblicazione di quattro album, eppure cercava ancora quella consacrazione a livello nazionale che ne avrebbe potuto decretare il successo.
Ecco perché si presentò alla kermesse, con uno di quei brani destinato a diventare un successo: Vado al massimo. Della sua performance si ricordano però soprattutto il cantato fuori tempo (all’epoca era obbligatorio il playback) e l’abbandono del palco con tanto di microfono in tasca. Una sorta di ribellione del rocker alle regole imposte dalla kermesse. Il risultato: finì ultimo nella classifica della serata finale (a vincere fu Riccardo Fogli con Storie di tutti i giorni). Ecco il video di Vado al massimo:
Non contento di quel primo ‘fallimento’, il rocker si presenta a Sanremo anche l’anno dopo, con un altro dei suoi brani più importanti: Vita spericolata. Stavolta si classificò penultimo, davanti al solo Pupo. A vincere fu Tiziana Rivale con Sarà quel che sarà. Tuttavia, il Blasco si prese la sua rivincita a livello discografico: con l’album Bollicine si prese il suo primo disco d’oro.
Vasco Rossi a Sanremo come ospite o autore
Da allora il Blasco non si è più presentato in gara a Sanremo. Il suo nome ricompare tra gli autori per la prima volta nel 1989, quando firma insieme a Dario Fochi, Fabrizio Palermo, Mauro Palermo, Frankie di Foggia e Andrea Ge il brano Tentazioni degli Sharks, una rock band in gara tra Nuove Proposte. Il risultato non è indimenticabile:
Per rivederlo tra i nomi di Sanremo bisogna arrivare al 1997: insieme a Gaetano Curreri e Roberto Ferri scrive infatti …E dimmi che non vuoi morire di Patty Pravo. Non riesce a conquistare la vittoria, ma il brano si rivela come uno dei grandi successi dell’edizione e rimane una delle canzoni più amate della ragazza del Piper:
Due anni più tardi, sempre con Gaetano Curreri scrive invece Lo zaino, brano portato in gara dagli Stadio, che riescono ad arrivare al quinto posto. Nel 2000 firma invece, con il solito Curreri, La tua ragazza sempre per Irene Grandi. E stavolta va vicinissimo alla vittoria: la cantante fiorentina si piazza al secondo posto alle spalle della Piccola Orchestra Avion Travel:
Come ospite ha preso parte una sola volta al Festival, nel 2005. Il Blasco aprì la serata finale insieme al chitarrista Maurizio Solieri, interpretando Vita spericolata e Un senso. Ma la sua storia d’amore e odio con Sanremo non finisce qui. Nel 2020 torna infatti in gara come autore: il brano Finalmente io di Irene Grandi porta nuovamente la sua firma e vale alla cantante toscana un nono posto.